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Le nuove città africane

di Edoardo Berti Riboli

Le nuove città africane – di E.Berti Riboli

L’Africa dei “Medici in Africa” è quella dei villaggi, non è quella delle grandi città.   Quando arriviamo in aeroporto c’è qualcuno con in mano un cartello col nostro nome che ci accoglie e ci porta direttamente all’ospedale dove poi lavoreremo.  Sono ospedali rurali, lontani dai grandi centri abitati. Se durante il periodo della nostra missione abbiamo qualche giorno di libertà, andiamo a vedere  qualche  bellezza naturale e non le città.
Era quindi parecchio tempo che non vedevo Accra, capitale del Ghana, Abuja, capitale della Nigeria o Luanda capitale dell’Angola  Sono nazioni che negli ultimi anni,essendo in pace e con un aumento dell’estrazione petrolifera e dei prodotti del sottosuolo,hanno registrato un pil pari o superiore a quello della Cina .
 Io avevo il  ricordo di città estremamente brutte, sporche, piene di baracche e di povertà.  Ma a rivedere oggi quelle stesse città si rimane sorpresi perché il cambiamento è stato grande e là dove c’erano baracche e case fatiscenti oggi sorgono grattacieli e  nuovi centri commerciali. I governi africani, con il loro autoritarismo, hanno ignorato la burocrazia e la ferma opposizione di coloro che dovevano lasciare le loro abitazioni,  e in pochi anni hanno cambiato il volto alle loro città.    E’ in atto un processo di modernizzazione, che prevede ampi viali e strade con grattacieli appena costruiti o in via di costruzione: il genere di metropoli all’americana, anche se qua e là permangono catapecchie e baracche a ricordare ciò  che fino a qualche tempo fa era quella strada o quella piazza.   Ne viene fuori una mescolanza assurda, senza carattere e senza anima,con tanti agglomerati che originano quasi sempre da una costruzione principale sede di un centro commerciale, intorno al quale si sono  via via costruite case e strade: non è il fiorire del commercio che fa nascere nuove costruzioni , ma sono le nuove costruzioni che impongono le sedi del futuro commercio. Non c’è alcuna  piazza antica e neppure  vecchia e non c’è nessun centro-città come noi lo intendiamo, ma ci sono tanti quartieri slegati tra loro,  a parecchi chilometri di distanza su un territorio  molto esteso. Tra l’uno e l’altro corrono grandi strade da poco realizzate che collegano i diversi agglomerati moderni e lasciano, spesso visibili ai lati, le preesistenti baracche e catapecchie.            Questa miscela tra il brutto e sporco ed il nuovo che vuol impressionare  ed affascinare, è la vera caratteristica della moderna città africana.   Riflette in qualche modo la loro società dove è assente la classe media, dove la ricchezza è in mano a pochi e la grande maggioranza vive ai limiti della sopravvivenza. Le case dei più fortunati ostentano il lusso, spesso in maniera pacchiana e di cattivo gusto. Un piemontese che ho conosciuto si è arricchito portando marmi italiani dalle cave di Carrara e rivestendo le case di africani possidenti. Un altro italiano, di Lucca, ha fatto una fortuna dotando molte abitazioni di lussuose porte e finestre costruite in Toscana.   Comprare un appartamento costa  meno che in Italia ma gli affitti sono carissimi e per una abitazione di un centinaio di metri si spende intorno ai 5000 euro d’affitto al mese. In meno di 10 anni con quanto si spende per l’affitto sarebbe possibile comperare  l’abitazione ma l’instabilità politica e le possibili  variazioni legislative sconsigliano l’acquisto. E così una villetta monofamiliare, a Luanda, costa 20.000 euro al mese ed insieme ad altri parametri fa considerare questa città la più cara del mondo.
Il contrasto economico è forte ed  evidente, ma si palpa anche una vitalità trascinante ed una energia vigorosa che può essere foriera di lotte e di guerre ma che può riuscire  in poco tempo a modificare e a migliorare l’esistente.
Anche il traffico rispecchia questa società: grandi  automobili ultimo modello accanto ad altre vecchissime e sgangherate; tutte ad infilarsi dove possibile ,ad una velocità eccessiva in una circolazione caotica che spesso rimane bloccata.  L’orario degli appuntamenti è sempre vago ed aleatorio perché lo stesso percorso, pur alla stessa ora, può significare tempi di percorrenza  totalmente diversi.               
Queste città sono piene di giovani.  Alcuni lavorano ma molti  vivono con i segni esteriori della povertà, ma comunque passeggiano e ridono mostrando una evidente  fiducia e speranza nel futuro. I visi dei ragazzi africani sono più pronti al sorriso di quelli dei ragazzi europei, esprimono in genere una maggiore carica vitale.  Traspare in maniera evidente durante le funzioni religiose che costituiscono gli eventi sociali più importanti per ogni comunità.    Le messe cattoliche della domenica sono bellissime, piene di canti, di musica e di suoni e coinvolgono tutti i presenti come fossero  un lungo inno alla vita e alla gioia. E’ qualcosa di profondamente diverso dalle nostre funzioni religiose dove prevale il senso di espiazione  per i nostri peccati e quindi un senso di sofferenza e di tristezza. Se chiedi come mai in chiesa vi sia una così allegra esuberanza  ti diranno:questa è la casa del nostro Padre e tutti i figli devono essere felici quando sono nella casa del padre.