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Quando ripenso alla gente che ho conosciuto durante i miei viaggi in Africa , mi rendo conto di aver avuto un grande privilegio ad incontrare persone straordinarie, fra cui moltissimi africani che, pur avendo molto poco riescono a dividerlo e ad essere altruisti oltre che dignitosi e sereni. Mi piace pensare a queste persone come a dei “guerrieri della luce”:cioè a gente che combatte spontaneamente per il Bene e si prodiga contro la miseria, l'indifferenza e le malattie.
Dopo un interminabile viaggio aereo arriviamo in Kenia: Nairobi ci accoglie col suo aeroporto moderno e funzionale. La città ha grattacieli, traffico caotico e smog degni di una qualunque città europea. Io, Vittorio ed Ida, i colleghi con cui viaggiavo, ci guardiamo intorno spiazzati e un po’ delusi dalla sua modernità. L’autista Kitingi, inviato dalla missione di Matiri, ci porta con un pulmino attraverso il caos cittadino.
PROLOGO: IL VIAGGIO. Siamo tornati in Madagascar! Una equipe non è riuscita a partire per problemi personali e noi ( io, Vittorio Militi urologo, Ermanno Di Meo chirurgo e Daniele Fiducioso anestesista) riempiamo il buco. Come ricordavo, il viaggio è eterno! Oltre 12 ore di aereo, coda biblica per il visto, sosta notturna a Tanà (Antananarivo, la capitale) presso la casa delle Piccole Sorelle della Misericordia, dove si arriva a tarda notte.
Mentre lo scirocco flagellava di pioggia i tetti della città vecchia, io ero in casa delle zie , in circonvallazione a monte, ed avevo una sensazione di irrealtà completa. Ero venuto in questa bella casa della borghesia genovese, con i suoi mobili scuri, i ninnoli, gli argenti, a parlare dei diseredati che vivono in capanne o castelli di fango. Non che le zie ottuagenarie o il cugino ignorassero la realtà africana: avevano vissuto per lunghi periodi in alcuni paesi di questo continente con l’altro cugino, che della cooperazione aveva fatto la sua vita e che dall’Africa non sarebbe più tornato.